Una bellissima serie di fotografie realizzate in un bianconero elegante e classico ci portano nel cuore dei Sassi, l'antico quartiere di Matera, "patrimonio dell'umanità". Nel lavoro di Donato Palumbo si alternano ampie e assolate vedute di vie e belvedere e dettagli intimi e domestici, come il forno all'aperto e l'interno di un'abitazione, ruvido e pulito nella sua semplicità. Donato riesce a far emergere il carattere dei Sassi, a far parlare la forza millenaria e incrollabile della roccia e degli uomini che l'hanno piegata alle loro esigenze, adattandosi a loro volta alla sua scabra essenzialità. Una sequenza affascinante, da vedere e da assaporare, accompagnandola con la lettura delle didascalie composte dall'autore.
(Maricla Martiradonna)
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«Arrivai a Matera, verso le undici del mattino. Avevo letto nella guida che è una città pittoresca, che merita di essere visitata, che c'è un museo di arte antica e delle curiose abitazioni trogloditiche… Allontanatomi un poco dalla stazione, arrivai a una strada, che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall'altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera. (…) ...La forma di quel burrone era strana; come quella di due mezzi imbuti affiancati, separati da un piccolo sperone e riuniti in basso in un apice comune, dove si vedeva, di lassù, una chiesa bianca che pareva ficcata nella terra» (tratto dal libro "Cristo si è fermato a Eboli", di Carlo Levi).
Sassi, antico rione della città lucana di Matera, dal 1993 patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, è uno dei gioielli dell'Italia meridionale. Si estende su un versante della cosidetta "gravina", la valle in fondo alla quale scorre un piccolo ruscello.
La particolarità dell'insediamento sta nel fatto che in parte è scavato nella roccia ed in parte in elevazione, ma tutto con la stessa tipologia di pietra di tufo calcarea, e questa costituisce la massima espressione di come l'uomo, insediatosi in un territorio arido ed ostile, abbia adattato la natura ai propri bisogni, modificando la fisionomia del paesaggio e mimetizzandosi con esso.
Con la stessa concezione architettonica sono state costruite le oltre 150 "chiese rupestri", piene di affreschi non sempre in un buono stato di conservazione, spesso collocate in posti difficili da raggiungere.