Humanessence©
"Humanessence" è un titolo impegnativo per una mostra fotografica: la fotografia è arte realistica per eccellenza, l'unica, anzi, che sappia restituire l'immagine precisa e corposa del visibile. Come si può dunque rendere l'essenza dell'uomo, così sfuggente, evanescente, con una serie di fotografie? Donato Palumbo ha modellato il linguaggio fotografico in modo creativo e personale, indirizzandolo verso altri percorsi, meno convenzionali e più arditi.
Innanzi tutto, c'è la "forma" che ha dato alle cose, scolpite con un bianconero luminoso e denso di sfumature e trascoloramenti finissimi. Il trattamento cromatico, in una ricerca consapevole e matura come "Humanessence", è una vera scelta di campo, che mira a restituire un pensiero, un'idea forte; come ha scritto il regista tedesco Wim Wenders, separando il visibile dalla sua stessa sostanza, "il mondo è a colori ma la realtà è in bianconero". E ogni elemento portante, in "Humanessence", ricerca l'essenza: l'uomo, il protagonista della serie, non è una persona, non ha uno sguardo, un'intenzione, non si offre alla relazione con lo spettatore. Invano tentiamo di incrociarne lo sguardo, l'espressione del volto. Sfugge il contatto, l'incontro. Donato Palumbo lo rappresenta come una sagoma, una figura, un corpo lontano, distante, che guarda altrove.
Ma dove guarda? e con chi? Nei contesti artificiali (che siano urbani e rutilanti di luci e movimento o che siano abbandonati al degrado) e negli ambienti naturali (i lunghi ponteggi gettati verso il mare, le terrazze all'aperto inquadrate in modo da sottolinearne la profondità, i campi solitari e incolti), l'uomo è pura presenza, è un'immagine incorporea che spinge il suo sguardo invisibile verso l'infinito, l'irraggiungibile. Ed è solo, oppure accompagnato da una sagoma leggera e irreale, trasparente, quasi una proiezione della sua anima fuggita via. Nelle fotografie di "Humanessence" anche il movimento è contemplazione, rimanda a se stesso, non determina uno spostamento reale e vitale. Donato Palumbo è riuscito a creare un'atmosfera da sogno, statica, priva di ricadute verso l'esterno: il moto, la pulsazione, la tensione sono interiori. Essenziali, appunto.
Maricla Martiradonna